Luogo Turistico a Pescara:
Il Fortino del Pescara
Il Fortino del Pescara, noto anche come Bagno Borbonico, era una fortezza militare, costruita nel 1510 per volere di Carlo V. Dopo varie trasformazioni del centro storico pescarese, nel 1998 è divenuta sede del Museo delle Genti d'Abruzzo. Prima del 1510 la città di Pescara era un agglomerato urbano molto dislocato, e in balia dei miasmi delle paludi del Porto Canale del fiume Pescara. Con il rischio inoltre di attacchi dei Turchi, Carlo V fece erigere delle torrette di controllo presso i porti delle principali città marinare adriatiche del centro sud, partendo da Giulianova, fino al profondo sud del Salento pugliese. Pescara, essendo un agglomerato urbano sufficientemente esteso, fu scelta come roccaforte marina del Giustizierato d'Abruzzo, essendo esattamente al centro dei due Abruzzi Citeriore e Ulteriore, presso il fiume Pescara che era il confine territoriale. Nel 1557 il progetto fu continuato da Erardo Balreduc. Il progetto era molto ambizioso, ossia quello di una fortezza esagonale, con relativi vertici minori sui lati dei vertici maggiori, controllante il piccolo agglomerato urbano di Portanuova, con fulcro nella Real Piazza di Pescara, e il villaggio di Castellammare. Nel XVIII secolo la fortezza era già di controllo dei Borboni partenopei, tuttavia, essendo ormai scomparsa la minaccia turca, le mura della fortezza furono in più punti demoliti, per favorire lo sviluppo urbano. Specialmente Castellammare Adriatico crebbe di popolazione, e iniziò una rivalità tra i due borghi, fino alla separazione nel 1807, con la proclamazione di Castellammare comune autonomo. La fortezza in quel periodo diventò un gruppo di caserme con carcere annesso, il bagno penale borbonico, che diventerà noto con le repressioni di Gioacchino Murat nel 1806 e più avanti con la repressione dei moti insurrezionali del 1848. Prima del 1861 vi fu rinchiuso anche il patriota Clemente De Caesaris, poi liberato per ordine di Giuseppe Garibaldi, e soprannominerà il bagno come "Sepolcro dei vivi". Sempre in seguito all'Unità d'Italia, la fortezza fu visitata da Vittorio Emanuele II, che si meravigliò dell'imponenza della costruzione per una piccola città dell'Adriatico. Nel 1882 ci fu il primo piano regolatore della città di Pescara, che previde la costruzione di nuovi spazi pubblici, l'ammodernamento delle vie di comunicazione e transito, e l'abbattimento di alcune parti della fortezza per ricavare abitazioni. Nel primo '900 Gabriele d'Annunzio stesso, nelle sue Novelle della Pescara (1902), raccontò storie ambientate nel secondo Ottocento, testimoniando le condizioni precarie del carcere, nonchè del metodo disumano con cui erano trattati i prigionieri. La caserma continuò ad esercitare il suo ufficio fino al bombardamento di Pescara del 1943. Fotografie storiche mostrano, prima della guerra, lo storico fortino ormai irriconoscibile, di cui era sopravvissuta soltanto la fascia presso il fiume, lungo la via dei Bastioni: un agglomerato rettilineo fortificato con tetto a spioventi e finestre. Dopo ulteriori danneggiamenti per la seconda guerra mondiale, il fortino è stato recuperato soltanto nel 1982. Il 13 marzo 1998 è inaugurato il Museo delle Genti d'Abruzzo nella sua sede attuale.