Luogo Turistico a Teramo:
Museo Archeologico Francesco Savini
Il Museo archeologico Francesco Savini è, allestito in uno storico palazzo della città di Teramo, a pochi passi dalla cattedrale e dalla Biblioteca provinciale Melchiorre Dèlfico. Di proprietà della locale Amministrazione comunale ed istituito nell'anno 1997, accoglie al suo interno la più nutrita esposizione territoriale di oggetti di epoca antica come i reperti catalogati dalla preistoria all'età classica e comprende anche opere e manufatti databili fino alla fine del XVIII secolo ed anche oltre, Nell'ambito del Sistema museale città di Teramo (citato anche con l'acronimo CMT, ossia Civici Musei Teramo) risulta essere il polo centrale dell'organismo che raggruppa i siti archeologici e gli altri musei presenti nel centro abruzzese,[3] quali: la Pinacoteca civica ed i siti del teatro romano, dell'anfiteatro romano, della domus di Torre Bruciata, della domus di Largo Madonna delle Grazie e della Necropoli di Ponte Messato. La dedicazione a Francesco Savini rende omaggio alla figura, dello storico, archeologo, paleografo teramano che accentrò i suoi interessi di ricerca nell'area geografica dell'Abruzzo teramano. Lo spazio espositivo dell'allestimento museale teramano offre la lettura del territorio locale che dalla preistoria al medioevo arriva fino al Rinascimento. È ripartito in due sezioni:al piano terra si trovano le sale che custodiscono i reperti datati dalle origini dell'insediamento romano fino allo sviluppo della città nell'Alto Medioevo, ripercorrendo il tempo che va dal XII secolo avanti Cristo fino al VII secolo dopo Cristo In questo settore sono riunite le testimonianze archeologi che che provengono dall'abitato, dalle necropoli del teramano e dagli edifici pubblici del teatro e dall'anfiteatro e dalle domus romane come il mosaico del Leone. Vi sono, inoltre, alcune delle sculture romane in marmo bianco ed il busto con l'effigie di Settimio Severo. al primo piano sono esposte le testimonianze dalla preistoria al periodo medievale, ricomponendo la storia del territorio dei Pretuzie dei Piceni. I numerosi materiali provengono dalle grotte presenti sul territorio (Grotta di Sant'Angelo di Civitella del Tronto) e dalle necropoli protostoriche di Ripoli, Tortoreto e Campovalano, dalle ville romane dei siti di Basciano, Giulianova, Pagliaroli e Tortoreto. In questo spazio vi è anche la trattazione della produzione ceramica medievale e dell'architettura romanica teramana. In una sala vi sono le statue fittili del ninfeo di Tortoreto, ritrovate nell'anno 1956 ed un frammento di un gruppo scultoreo di tre figure che ritrae l'episodio dell'accecamento di Polifemo. Fra altre sculture vi sono le muse: Calliope, Euterpe ed Erato. All'ultimo piano del museo sono conservati alcuni documenti della storia della città , provenienti dall'Archivio storico comunale. La struttura interna si articolava in 21 settori radiali a cuneo dei quali si intuiscono le forme.Il perimetro della facciata esterna era, probabilmente, costituito da due ordini sovrapposti di arcate, poggianti su pilastri in opera quadrata, disposte in successione. Ne rimangono visibili solo due del piano inferiore. Le volte che sorreggevano la cavea erano realizzate in opera cementizia. Rimangono anche quattordici gradini in travertino che facevano parte di una delle gradinate che, attraverso i vomitoria permettevano l'uscita degli spettatori. Elaborazione testo: Giovambattista Spagnuolo (Myooni)