Il monastero di Backovo, è un monastero situato a poca distanza da Plovdiv, in Bulgaria; sorge tra i primi contrafforti dei monti Rodopi, nella valle del fiume Cepelarska. Secondo per importanza storica e valore artistico solo al monastero di Rila grazie alla veneratissima icona della Vergine (VII sec.), che si conserva nella chiesa principale, il monastero è luogo di forte devozione, sede di battesimi e matrimoni. Il monastero venne fondato nel 1083 da due principi georgiani, Grigorij e Abasij Bakuriani, al centro del feudo che fu loro assegnato da Bisanzio per i meriti militari conseguiti sotto le insegne imperiali. Il monastero accrebbe ben presto il suo territorio e divenne un faro di cultura, protetto dal re Ivan Aleksandar, che nel 1344 estese il suo dominio sulla regione dei Rodopi. Allorché il paese venne invaso dai turchi, il monastero ebbe un ruolo importante nel preservare la cultura e la religiosità bulgara. Al centro del complesso monastico si trovano due chiese unite fra loro: la più piccola, dedicata agli arcangeli Michele e Gabriele, è del XII secolo; la grande dedicata alla Vergine Maria è del 1604, con nartece aggiunto nel 1643. La costruzione della chiesa principale dedicata alla Vergine fu possibile per la protezione accordata al monastero dal Patriarcato greco, che consentì di ignorare i limiti imposti dal governo ottomano ai luoghi di culto cristiani: le sue dimensioni (12 per 22) ne fanno l'unica chiesa monumentale a croce greca e tre absidi costruita in territorio bulgaro nel 1600 prima del rinascimento bulgaro ottocentesco. La parte interna della chiesa è stata affrescata nel 1850, mentre le icone dell'iconostasi sono della fine del Settecento. Principale attrattiva della chiesa è l'icona della Vergine (di fattura bizantina), ritenuta miracolosa e che potrebbe risalire addirittura all'VII secolo. Il suo rivestimento venne prodotto nel 1819 dalla scuola di gioielleria dello stesso monastero. Poco prima che il monastero cadesse sotto le mani dei turchi, l'icona venne nascosta in un bosco affinché non venisse distrutta e per oltre un secolo se ne persero le tracce. Fu ritrovata in maniera casuale dopo oltre un secolo, intatta nonostante la lunga esposizione agli agenti atmosferici. Tutti gli anni, il lunedì dell'Angelo, si tiene una processione che parte dal monastero e raggiunge il luogo del ritrovamento. Alle spalle del refettorio si trova l'ottocentesca chiesa consacrata a san Nicola di Bari, attualmente aperta solo in occasione di battesimi. Sempre aperto alle visite è il nartece, celebre per l'affresco del “Giudizio universale”, realizzato nel 1840 da Zahari Zograf nel suo stile caratteristico, segnato da un forte gusto narrativo: nella pesatura delle anime, coloro che devono essere giudicati cercano di imbrogliare, ma un angelo impeccabile li trafigge; tra i dannati, oltre a personaggi immancabili nelle scene del Giudizio affrescate da Zahari, quali le damine licenziose e i barbuti mercanti, si notino anche i notabili di Plovdiv, che si erano rifiutati di dare il proprio contributo finanziario all'apertura di una scuola bulgara nella loro città . Il pittore si raffigura nel riquadro in alto a sinistra assieme al priore e al vice priore. Negli archivolti, scene della Bibbia della “Creazione di Adamo a Caino che uccide Abele”. Nella cupola, “Cristo pantocratore”. Fuori dal recinto monastico si trova la cappella ossario della Santissima Trinità ,a due piani dell'XI secolo. la cappella reca influenze orientali, armene, siriane e georgiane; l'alternanza di pietra e cotto nella muratura esterna è propria dello stile del primo regno bulgaro. All'interno sono custoditi bellissimi affreschi della seconda metà del Trecento, tra i più alti esempi di arte bizantina.